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Dosaggio Zero versus Cuvèe dei Frati Brut


Ecco finalmente pronta per i vostri brindisi la nuova bollicina di Ca’ dei Frati! Uno spumante metodo classico dosaggio zero è la nostra novità del 2022, presentata nell’appena trascorso Vinitaly in anteprima a tutti i clienti.

Perlage finissimo e una brillante lucentezza sono le caratteristiche di questa nuovissima referenza. Continuamo quindi sull’onda (per restare in tema lago di Garda) del metodo classico, sfruttando l’esperienza maturata negli anni di altri due spumanti storici già noti al grande pubblico di nostri appassionati: il Cuvèe dei Frati Brut, nato nel 1985 per volontà del nostro fondatore Pietro Dal Cero e il Cuvèe Rosè, nato nel 2009.

Ma in cosa si differenziano il Cuvèe dei Frati Brut e il Cuvèe dei Frati Dosaggio Zero?
Si tratta di due vini che hanno in comune i vitigni con cui vengono realizzati: la Turbiana, il vitigno autoctono del nostro territorio del Lugana, e una piccola percentuale di Chardonnay per mantenere una spalla acida che normalmente si riscontra in questa tipologia di vini. La Turbiana inoltre offre grande sapidità e mineralità donando sensazioni di estrema freschezza che risultano davvero molto particolari in ambito di spumantistica.

Il metodo che utilizziamo per la produzione di queste due referenze è il medesimo per entrambe: si tratta di “metodo classico”, detto altrimenti anche “metodo Champenoise”, che, come si evince dal nome, è la stessa procedura con cui si ottiene lo Champagne. Ma tale nome vale solo per gli amici d’Oltralpe. In ogni caso questo sistema prevede una doppia fermentazione del vino e tra le due quella che ci interessa di più è proprio la seconda, che avviene in bottiglia.

La presa di spuma quindi crea delle bollicine molto fini e sottili che donano in bocca una piacevole sensazione chiacchierina. Questo processo inoltre prevede che tali vini sostino sui loro lieviti per un tempo variabile, generalmente abbastanza lungo, che permetterà al vino di sviluppare sentori e profumi strutturati e sempre più in grado di stupire l’assaggiatore.

L’abilità del produttore sta nel saper individuare il giusto tempo durante il quale lasciare il vino fermentato per la seconda volta a contatto con i lieviti, ottenendo così un buon equilibrio tra naso e palato.

Ma veniamo alle differenze tra i due vini in questione. Innanzitutto sono diversi per la quantità di zucchero che viene aggiunto nella liquer d’expedition, ovvero nel rabbocco che viene fatto alla bottiglia dopo la sboccatura (cioè in seguito all’eliminazione del lievito). Nel caso del Cuvèe dei Frati Brut si parla di una quantità di zucchero che varia dai 3 ai 10 grammi per litro: si tratta comunque di un vino secco, ideale come aperitivo, insalate e piatti con sughi delicati. Nel caso invece del Cuvèe Dosaggio Zero, come dice il nome, lo zucchero che presenta è pari al massimo a 3 grammi per litro, quindi quasi a zero.

Si tratta perciò di uno spumante estremamente secco, ideale anch’esso come aperitivo, ma decisamente apprezzabile se abbinato. Noi consigliamo formaggi poco stagionati perchè è in grado di ripulire molto bene il palato, carni bianche con intingoli leggeri o anche risotti eleganti e delicati. A titolo d’esempio, a Vinitaly l’abbinamento che abbiamo proposto è stato proprio con un risotto mantecato con questo vino e una leggerissima spolverata di Formaggella di Tremosine affumicata, tanto per restare con gli ingredienti sul nostro amato lago di Garda. Questa tuttavia non è l’unica differenza.

I due vini infatti si differenziano anche nel tempo che trascorrono rispettivamente sui loro lieviti fini. Il Cuvèe dei Frati Brut sosta per minimo 24 mesi, il Dosaggio Zero invece arriva fino a 36 mesi, sviluppando così nel tempo un perlage ulteriormente più fine ed una catenella più prolungata nel bicchiere. Restano in ogni caso due vini molto freschi e minerali perchè rappresentano due interpretazioni diverse del nostro vitigno autoctono Turbiana spumantizzato. In particolare il Dosaggio Zero sviluppa sentori molto fruttati e agrumati, ricordando al naso la zesta del limone, il pompelmo rosa e la buccia del mandarino, superando i classici profumi di crosta di pane e di fieno donati tipicamente dal lievito.

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