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Bollicine, spumanti & Co.: differenze e curiosità

Bollicine? Si grazie, ma quali?

Il successo del mondo della spumantistica è sotto gli occhi di tutti. Se è vero, com’è vero, che vent’anni fa un bicchiere di spumante veniva riservato solo alle grandi occasioni o al periodo natalizio, oggi si è completamente sdoganato scandendo i vari momenti della giornata e dell’anno. Si bevono bollicine all’aperitivo, si bevono per festeggiare o per consolarsi, e soprattutto si bevono a tutto pasto. Lo spumante infatti è il vino più versatile che ci sia in tema di abbinamento con il cibo. 

In questo territorio di grande diffusione però regna sovrana la confusione per cui in queste poche righe cercheremo di dare alcune informazioni che possano essere utili. Ovviamente saranno solo piccole indicazioni che poi possono essere approfondite nei vari testi didattici.

Definizione:

Si definisce vino spumante un vino rifermentato in un ambiente chiuso, che svolga una sovrapressione superiore ai 3,5 atmosfere. 

Al di sotto di tale pressione parleremo di vino frizzante.

Se l’ambiente chiuso è:

  • La bottiglia parleremo di Metodo Classico, o Metodo Champenoise
  • Autoclave parleremo di Metodo Martinotti o Charmat

Come nasce la bollicina?

Prima di parlare di ri-fermentazione forse è il caso di ricordare cosa sia la fermentazione anche se in modo più semplice e lontano da tecnicismi.

La fermentazione è quel processo che trasforma il mosto in vino attraverso l’azione dei lieviti. Lo zucchero contenuto nell’uva, e quindi nel mosto, viene trasformato in alcol e anidride carbonica. Quindi un tino in fermentazione mostrerà un movimento di bolle che salgono verso la superfice disperdendosi nell’aria. Bisogna infatti fare molta attenzione a rimanere a lungo su un tino che sta svolgendo tale processo.

Se lo stesso processo di fermentazione avviene in un ambiente chiuso (bottiglia o autoclave), l’anidride carbonica non riesce ad uscire dalla massa e rimane disciolta nel vino diventando una bollicina.

Metodo Classico o Champenoise

E’ un metodo di rifermentazione utilizzato soprattutto con vini ottenuti da vitigni neutri come Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay. Salvo alcune eccezioni. 

In Ca’ dei Frati, per esempio, le tre tipologie di metodo classico sono ottenute da turbiana di Lugana e Chardonnay la  Cuvèe dei Frati Brut, la Cuvée dei Frati Dosaggio Zero e da marzemino, groppello, barbera e sangiovese il Rosè Cuvée dei Frati Brut.

Se la base spumante si ottiene da una vinificazione in bianco (senza contatto con le bucce) di un’uva a bacca rossa parleremo di blanc de noir, se invece la base verrà ottenuta da un vinificazione in bianco di uva bianca parleremo blanc de blancs.

Processo di spumantizzazione con Metodo Classico o Champenoise

  • Vinificazione del vino di base
  • Tirage, aggiunta di vino + liqueur de tirage (zuccheri e lieviti)
  • La bottiglia viene chiusa inserendo un tappino di plastica detto bidoule e chiudendo con il tappo a corona che garantisce una chiusura ermetica.
  • Le bottiglie vengono distese in casse di acciaio (sur lattes) dove inizia la rifermentazione, i lieviti si nutrono degli zuccheri e generano alcol e anidride carbonica, la bolla . I lieviti una volta esaurito il loro compito si adagiano sulla parete della bottiglia e inizia un processo di lisi che contribuisce a dare maggiore complessità allo spumante. 
  • Passati almeno 18 mesi le bottiglie vengono separate dai lieviti attraverso un procedimento detto remuage in cui le bottiglie vengono portate in punta ossia messe a testa in giu in modo che i lieviti vadano a depositarsi nella bidoule. A questo punto il collo della bottiglia viene immersa in un liquido a – 25° C dove ghiaccia con i lieviti. Si stappa il tappo a corona ed esce il proiettile di ghiaccio e lieviti lasciando lo spumante pulito.
  • A questo punto la bottiglia viene rabboccata  con il liqueur d’expedition, una ricetta con vecchie annate di vino, cognac, e zuccheri che ne determinano la tipologia (brut, Demi Sec, ecc) oppure rabboccato con lo stesso vino senza aggiunta di zuccheri e quindi avremo un Dosaggio Zero o Pas Dosè.
  • Tappatura con tappo a fungo e gabbietta
  • Copricapsula ed etichette

Metodo Martinotti o Charmat

Viene utilizzato soprattutto per i vini aromatici o semi aromatici. Lo spumante più famoso prodotto in autoclave è senza dubbio il prosecco ma lo stesso metodo è usato anche per moscato, muller thurgau, riesling e altri ancora.

Cos’è un’autoclave?

Si tratta di una vasca in acciaio a temperatura controllata e a chiusura ermetica con valvole di sicurezza, che possano permettere la rifermentazione e intrappolare l’anidride carbonica.

A secondo del periodo di permanenza del vino sui lieviti parleremo di charmat corto dai 30 ai 90 giorni e di charmat lungo oltre i 90 giorni.

Processo di spumantizzazione in autoclave:

  • Cuvée di base con il vino fermo con acidità alta e tenore alcolico più basso. La rifermentazione, infatti, fa aumentare di almeno un grado alcolico la base spumante
  • Aggiunta di zuccheri, lieviti e nutrienti per i lieviti per permettere la rifermentazione
  • Presa di spuma
  • Refrigerazione per la stabilizzazione 
  • Filtrazione
  • Imbottigliamento in condizioni isobariche. Si tratta di un’imbottigliatrice che riesce a trasferire lo spumante dall’autoclave alla bottiglia senza perdere la pressione
  • Tappatura con tappo a fungo e gabbietta
  • Abbigliamento, copri capsula ed etichette

Classificazione degli spumanti in relazione al residuo di zucchero

– Pas dosé o dosaggio zero o nature: contenuto di zuccheri inferiore a 1 grammo/litro. Si tratta di vini ai quali non vengono aggiunti zuccheri in fase di dosaggio. In questa categoria Ca’ dei Frati produce lo Spumante Metodo Classico Cuvèe dei Frati Dosaggio Zero.

– Brut nature: contenuto di zuccheri inferiore a 3 gr/l

– Extra brut: contenuto di zuccheri inferiore a 6 gr/l

– Brut: contenuto di zuccheri inferiore a 15 gr/l. In questa categoria Ca’ dei Frati produce lo Spumante Metodo Classico Cuvèe dei Frati e Rosè Cuvèe dei Frati.

– Extra dry: contenuto di zuccheri compreso tra 12 e 20 gr/l

– Dry o Secco: contenuto di zuccheri compreso tra 18 e 35 gr/l

– Demi sec o Abboccato: contenuto di zuccheri compreso tra 33 e 50 gr/l

– Dolce o Doux: contenuto di zuccheri superiore a 50 gr/l

 

Gianpaolo Giacobbo

Nasce a Bassano nel 1967 si occupa di vino dalla metà degli anni novanta, prima come appassionato e dal 2006 come professionista. Si forma con la rivista Porthos diretta da Sandro Sangiorgi a Roma nel primo decennio degli anni 2000. Ha dato il proprio contributo alle principali testate giornalistiche nel settore del vino in Italia. Dal 2000 svolge attività di docenza per corsi di degustazione per appassionati e professionisti. Divulgatore in Italia e nel mondo, della cultura del vino italiano. Ha svolto attività di docenza presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dal 2016 al 2022. Dal 2015 al 2022 è stato tra i principali collaboratori della Guida Slow Wine. Collabora con Ca’ dei Frati dal 1994.

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Il Cuvée dei Frati per le feste

Certamente il vino più amato dagli italiani, ma non solo, durante le festività dicembrine è lo spumante che, con le sue bollicine effervescenti e chiacchierine porta a galla tutte le emozioni più fresche e gentili da condividere con i propri parenti ed amici.

Solo la presenza della bottiglia champagnotta al centro del tavolo porta alla mente ricordi di feste, positività e calore. Quel calore umano che in questo ultimo anno e mezzo ci è mancato tanto e che ci ha fatto ricordare i veri valori proprio grazie alla sua mancanza. Il vino poi, si sa, è condivisione già nella sua definizione: si degusta con gioia, ancora meglio se insieme al calice si abbina un piatto tradizionale fatto dalle mani di un famigliare o una gustosa pietanza pensata e bilanciata appositamente con i sentori che emergono dal calice.

Le bollicine stesse con la loro catenina di perle spumeggianti, dal fondo del bicchiere portano a galla come piccoli brillanti salvagenti i buoni propositi per l’anno venturo e calorosi e sinceri auguri per i quali si scambiano brindisi a partire da Natale fino all’Epifania.

Lo spumante tuttavia resta un vino estremamente versatile, palese e chiaro. Lo spumante non ha bisogno di nascondimenti, racconta tutto ciò che ha da dire: invade la bocca, intorpidisce le papille gustative con le sue bollicine a mo’ di piccoli aghi e pulisce il palato, rinfresca, rende tutto ancora nuovo. Ed è proprio per questo che è tanto amato durante le feste. Anche lo stesso Napoleone sosteneva di aver bisogno di un calice di bollicine sia nel caso di una vittoria, sia di una sconfitta. La capacità di rinnovare è quindi sempre stata legata alla spumantizzazione, quasi come un rito propiziatorio o un vero simbolo che ci lega come esseri umani al passato.

Ma torniamo al Natale 2021. Mancano pochi giorni a questa giornata di gioia e compartecipazione a cui ci si sta preparando da molto tempo. Vi diamo quindi alcuni consigli su come degustare al meglio le nostre bollicine, perchè – tra winelover ci si intende – il vino dopotutto è tra i protagonisti e i migliori invitati ad una festa!

 

Consigli su come degustare al meglio il Cuvèe dei Frati Spumante Metodo Classico

La produzione di questo vino è molto lunga ed impiega alcuni anni nei quali resta fermo immobile in cantina nella stessa bottiglia che avrai tra le mani. Il processo si chiama Metodo Classico e prevede una seconda fermentazione in bottiglia per la presa di spuma, ovvero la formazione delle nostre amate scintillanti bollicine. Roteare nel calice questa tipologia di vino significa vanificare tutto il lungo lavoro svolto per la sua produzione. Annusalo, godi degli splendidi sentori di biscotto, fieno e lievitazione. Portalo alla bocca e brinda con gioia. Senza roteare.

Per apprezzare al meglio la degustazione di questa tipologia di vino, offrilo alla tavola alla giusta temperatura di servizio. Può sembrare un dettaglio degno solo di sofisticati sommelier, ma vi assicuriamo che nel calice cambierà totalmente, rendendo la tua esperienza ancora più gratificante. La temperatura ideale di servizio è tra 4 e 6° C.

Assicurati di avere il giusto bicchiere. Uno spumante di qualità è in grado di sviluppare una fine e continua catenella di bollicine che da fondo del bicchiere raggiunge la superficie portando al naso tutti i sentori tipici e fruttati che caratterizzano il nostro Cuvèe. Sarebbe bene quindi utilizzare il classico flute od un bicchiere la cui forma sia più propensa alla verticalità, proprio per fornire le condizioni migliori perchè si formi una splendida catenella brillante e spumeggiante.

I nostri spumanti Cuvèe dei Frati bianco e rosè sono definiti Brut, ovvero hanno una percentuale di zucchero piuttosto bassa (circa 10g/l) e sono perciò pressoché vini secchi. Proprio per questa ragione sconsigliamo di abbinali ad un dolce: si rischierebbe di rovinare sia la pietanza, sia il vino nel calice. L’abbinamento ideale è con aperitivi a base di formaggi e salumi, ma sposano perfettamente anche piatti di pesce con qualche intingolo gustoso o erbe aromatiche. Per il dolce, meglio abbinare un vino (o uno spumante) dolce, come il nostro passito Tre Filer da uve Turbiana.

Infine, secondo l’etichetta elegante del sommelier, l’apertura della bottiglia di spumante dovrebbe avvenire il più silenziosamente possibile. Queste è il metro dell’abilità del sommelier di sala. Ma questo ultimo punto non è – secondo noi – da considerare sotto le feste: brinda con gioia e degusta tutta l’esplosione di profumi dei nostri Cuvèe!

Buon Natale e buone feste dalla famiglia Dal Cero e da tutto lo staff di Ca’ dei Frati.

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